25 gennaio 2015

Meglio capire che invidiare

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Il doversi confrontare quotidianamente con persone che hanno più di noi è un dato di fatto; questo confronto ci dovrebbe stimolare a trovare la strada giusta per il successo.  

La maggior parte delle persone, però, affrontano questo confronto con timore e d'inferiorità. Questo atteggiamento si chiama: invidia
Sentendo i loro commenti, si trovano alcune frasi comuni (dette ovviamente senza che la persona si successo possa sentire). 
I più frequenti sono i seguenti:

ma cosa ci farà mai con tutti quei soldi?
- perché non da quei soldo a me invece di compare  (mettete una parola a caso tra cui: villa, barca, aereo, ecc.)?  

Quello che accomuna questo tipo di frasi è un'atteggiamento passivo. Ossia, aspettare che la persona di successo faccia qualcosa per loro. Facendo così si crea un'alibi mentale del tipo: loro non mi hanno dato quello che speravo, quindi non è colpa mia e non posso farci nulla.

Se si pensa solo ad invidiare, si avranno solo stimoli negativi e non la voglia di cercare la propria via per il successo, limitandosi solo a compiangersi.

L'atteggiamento che una persona deve avere è invece positivo
Le giuste domande da porsi sono: 

come ha fatto quella persona ad avere tutto quel successo? 
- posso farlo anch'io? 
come?

Facendo così, si avrà un atteggiamento positivo che ci stimolerà a trovare la nostra strada.
Questa è una delle regole d'oro. 

Sparlare delle persone di successo, sicuramente ci farà sentiremo meglio, ma oltre a questo non succederà nulla di più.

Essere positivi e prendere come esempio gli altri è una delle scorciatoie per avere successo nella vita.
Capire come una persona abbia raggiunto il successo è meglio che invidiarla, già solo per questo atteggiamento siamo delle persone migliori

18 gennaio 2015

Accontentarsi di quello che si ha

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Il desiderio di migliorare la propria vita (e quindi il raggiungimento del successo) è innato in noi. E' questo desiderio che ci porta ogni giorni a riflettere e trovare alternative anche su problemi banali.
Per esempio: seduti in automobile, pensiamo a come sfuggire alla morsa del traffico e quindi, scegliere altre strade per evitarlo.

A volte, però, la ricerca del successo può diventare ossessivaCi sono casi in cui fare un passo indietro è la soluzione migliore.

L'essere troppo focalizzati nel raggiungere il propio obbiettivo, può far perdere il senso della realtà; non avere il tempo di guardarsi intorno, può essere addirittura nocivo.
Non sapere quello che succede intorno a noi, può farci perdere delle importanti occasioni, anche se al momento, non sembrano essere in linea con i nostri piani. Ma proprio queste occasioni, magari, potrebbero essere la chiave del nostro successo.

Essere troppo occupati nella ricerca del successo, non avendo il tempo per incontrare amici, svagarsi e godersi la vita, mi sembra un prezzo decisamente troppo alto da pagare. Non poter condividere questo successo con gli amici e familiari, ci farebbe vivere una vita noiosa e deprimente

La ricerca del successo è una delle molle che ci spinge ad andare avanti nella vita, ma non dovrebbe essere il solo scopo di quest'ultima. Ovviamente, gettare la spugna al primo problema o chiudere i propri sogni nel cassetto, non sono atteggiamenti di chi vuole migliorare la propria vita. 

Nel nostro piano verso il successo, dobbiamo sempre prevedere quelle attività che (se le cose non dovessero andare come previsto), ci diano comunque, una vita serena e felice, anche se non sempre di successo.

E' importante guardarsi intorno e fare un analisi oggettiva su quello che si ha: amici, lavoro e famiglia; e magari, scoprire che il successo tanto agognato lo abbiamo già raggiunto. Certo, ci saranno sempre margini di miglioramento; ma a volte, quello che cerchiamo lo abbiamo già intorno a noi.

12 gennaio 2015

Il tempo di avere tempo

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Come detto fino ad ora, i pilastri su cui si basa il successo sono: il cambiamentoil coraggio e lo studio; purtroppo questi elementi necessitano che venga speso del  tempo.
Spesso mi è capitato di sentire persone che vorrebbero cambiare, ma si lamentano di non avere mai il tempo di farlo, anzi, non hanno nemmeno il tempo per pensarci. 
Ho suddivise queste persone in due categorie:
  • La prima, sono quelli per cui l'intero Universo dipende da loro. Non hanno tempo per nulla, se non per il lavoro. Pensano che il lavoro è il fondamento della loro vita e che sono nati solo per questo. Normalmente questo persone hanno gravi problemi familiari (sempreché abbiano una famiglia), ma anche sul lavoro sono mal visti dai propri colleghi, non rendendosi conto che quest'ultimi hanno altri interessi nella vita. Nel momento in cui dovessero perdere il lavoro, cadono in una profonda depressione avendo perso anche il loro scopo di vita.
  • La seconda, come per la prima, non ha mai il tempo per migliorare la propria vita, ma trovano sempre il tempo per poter far altro: vacanze, cinema, raduni, ecc. Sopratutto cose che ritengono prioritarie, ma che se analizzate obiettivamente, in realtà, sono superflue. Eppure basterebbe rinunciare (cosa che non considerano minimamente) ad una sola di queste attività, per recuperare il tempo necessario a cambiare la propria vita. Potrebbero, così, avere ancora più tempo per queste attività irrinunciabili.
In entrambe le categorie, il tempo a loro disposizione non basta mai, nemmeno se la giornata fosse di 48 ore.
Purtroppo fargli capire che possono cambiare il loro stile vita (anche per la loro stessa salute) è praticamente impossibile. Riescono solo a lamentasi e cercare scuse, non prendendosi mai le proprie responsabilità, sopratutto, ingannando loro stessi
La cosa triste è che non sono disposti ad accettare un qualsiasi tipo di aiuto o consiglio. Solo pensare al cambiamento, richiede uno sforzo di tempo (che non hanno), ma sopratutto della voglia di cambiare.
Vivere nel proprio "bozzolo" di stressante routine quotidiana, che a volte può anche essere mortale, è più facile che pensare ad un cambiamento. Trovare il tempo e il coraggio di farlo gli risulta molto difficile a livello emotivo.
Queste persone sanno perfettamente quali passi intraprendere per migliorare le propria vita, magari l'hanno pensato molte volte, ma la scusa di non aver il tempo per farlo è un ottimo alibi.
Non avere il tempo per cambiare la propria vita è come aver vinto una grossa cifra alla lotteria, ma non avere il tempo per ritirarla. Non ha senso!!!

8 gennaio 2015

Storie: Esiste vita intelligente nell'Universo?

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Da quando l'uomo per la prima volta ha rivolto lo sguardo verso il cielo, si è chiesto se quella infinita bellezza fosse riservata solo a lui.

Negli ultimi decenni, abbiamo scoperto stelle e pianeti lontani, ma ancora nessuna evidenza di altre civiltà. Eppure l'equazione di Drake (anche se complicata), ci pone davanti all'evidenza (numerica) che la vita possa formarsi altrove.

Con molta arroganza, l'uomo si è sempre posto al disopra delle altre forme di vita, pensando di essere l'essere perfetto a cui tutto è dovuto e si è sempre comporto di conseguenza. Le varie religioni (tutte) hanno sottolineato questa superiorità, sia verso le risorse della Terra (pesci, piante, animali, minerali) che verso altri uomini con credo diversi. 

Guardando obiettivamente la Storia (sia quella antica, che quella moderna), ci imbattiamo in azioni che non sono degne di una civiltà intelligente e progredita. Certo, quando vogliamo siamo in grado di raggiungere mete straordinarie, ma a mio avviso sembrano più una coincidenza, una casualità, che segni tangibili di una civiltà evoluta.

Oggi, che pensiamo di aver raggiunto un livello culturale e tecnologico elevatissimo, ci dimentichiamo degli orrori che ci circondano. L'inquinamento, la fame in pesi sottosviluppati, i genocidi, le guerre, le armi di distruzione di massa, non mi sembrano che siano il risultato di una civiltà intelligente, progredita e pacifica.

La necessità della maggior parte dell'umanità di seguire una guida è innata, in fondo siamo animali che hanno bisogno di un esemplare Alfa che comandi. Politici e capi religiosi hanno da sempre giocato su questo innato istinto. Il seguire, però, ciecamente una guida può portare ad atti abominevoli come ci insegna la storia. 

Stiamo uccidendo noi stessi e il pianeta che ci ospita: come un ragazzo in balia delle onde; affoga! Invece di nuotare continua a bere, dato che no sa fare altro.

Si esiste vita nell'Universo! Ne abbiamo la prova qui sulla Terra. Ma per il momento non  ne abbiamo nessuna dell'esistenza di vita intelligente.



  


   









5 gennaio 2015

Crearsi un marchio

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Noi tutti siamo attori sul palcoscenico della vita ed interpretiamo un ruolo ben preciso. Quello che lasciamo trasparire verso gli altri ci identifica proprio in questo ruolo e fa di noi un vero e proprio "marchio": il padre affettuoso, il gran lavoratore, la persona simpatica, ecc. 
Per avere successo dobbiamo andare oltre, dobbiamo fare in modo che il nostro marchio sia riconosciuto e riconoscibile, così da poter attirare sponsor, investitori ed attenzione; questo renderà il marchio  "spendibile" e farà in modo che quando si parlerà di noi, gli altri possano già capire di cosa e di chi si sta parlando.
Pensiamo ad un attore famoso o a un grande imprenditore: i loro "marchi" non identificano solo le persone, ma anche il ruolo che rappresentano.

Cosa succederebbe se Sir Richard Branson (il patron della Virgin) entrasse in una banca a richiedere finanziamenti per un nuovo progetto? E ora pensate: cosa succederebbe se nella stessa banca entraste voi con il vostro progetto?
Questa è la differenza tra un marchio spendibile e uno che non lo è. Il detto "Un nome, una garanzia" non solo è valido ma è anche fondamentale: un buon nome e una buona reputazione fanno la differenza.

Ovviamente bisogna anche pensare che ogni marchio ha il suo rovescio della medaglia: se il vostro marchio è considerato scadente o inaffidabile, vi servirà molto più di un semplice sforzo per poter recuperare la credibilità persa.

Crearsi un marchio significa anche dover condividere il proprio successo con altre persone. Per esempio un famoso attore avrà un agente per trovare e gestire gli ingaggi, una segreteria per gli appuntamenti e le questioni burocratiche, un fattorino per le piccole faccende, ecc. Insomma siamo davanti ad una vera e propria azienda. Questi collaboratori dovranno essere assunti e stipendiati, perché in realtà sono loro la vera anima di questa azienda...  sono solo loro che hanno il tempo e le competenze per mandarla avanti.

Un altro esempio potrebbe essere quello di un famoso stilista. Basti pensare che da solo non potrebbe creare, confezionare e distribuire tutte le proprie collezioni, oltre a dover gestire le fabbriche, i negozi, la distribuzione, la burocrazia e la contabilità. Dovrà creare la sua azienda proprio per poterci mettere la faccia, il talento, la reputazione e l'affidabilità, ma per lui e con lui dovranno lavorare dei collaboratori. Questo gli permetterà di andare in vacanza o semplicemente di avere il tempo per creare nuove collezioni.

Crearsi un marchio è un processo lungo e laborioso che richiede tante energie e molta tenacia. Non è pensabile poter fare tutto da soli, ma con l'aiuto di altre persone si potrà creare un marchio riconosciuto e spendibile.